Come inizia una collaborazione a distanza (temporale) tra un illustratore e un celeberrimo autore? Dove cerca ispirazione l’artista per accompagnare le parole di un grande classico? E ancora: anche l’illustratore di lungo corso si sentirà in soggezione di fronte a cotanta sfida?

In occasione dei cinquant’anni di Grammatica della Fantasia è stato chiesto a Lucio Schiavon di realizzare le tavole per l’edizione celebrativa del famosissimo manuale di fantastica di Gianni Rodari. Abbiamo colto l’occasione per raccogliere qualcuna delle sue impressioni a impresa ultimata, intrufolandoci tra carte, pennelli e matite del suo tavolo di lavoro e finendo per scoprire che la soluzione a una grande impresa può venire anche da… una canzone dei Beatles.

Lucio Schiavon, dal sito lucioschiavon.com

Schiavon, veneziano, vanta una produzione artistica spesso legata alla sua cultura e alla sua terra e intrisa di impegno civile. Non ultimo l’emozionante percorso alla scoperta di El mostro, il Petrolchimico di Marghera, con tutte le sue contraddizioni, divenuto prima un documentario animato, poi anche un libro. “Una realtà con cui era impossibile non confrontarsi, avendola davanti agli occhi ogni giorno”.

Quando ha ricevuto la proposta di illustrare Rodari, racconta, la sua reazione è stata analoga a quella di altre sfide così significative, ovvero: Oddio, adesso cosa faccio? Senza contare che il progetto sembrava prevedere anche una sorta di ‘paradosso intrinseco’ rispetto alla sua visione creativa: come si concilia un presunto ‘manuale di creatività’, un testo analitico, così poco rodariano se vogliamo, con la convinzione che non ci siano regole prestabilite per generarla, in quanto le dinamiche della fantasia restano un mistero?

Un’immagine da El Mostro, documentario animato, tratta dal sito lucioschiavon.com

Allora ho fatto un po’ come i Beatles con Sgt Pepper’s: piazza pulita di tutti i vecchi schemi per spingersi oltre i propri confini ed esplorare nuovi territori espressivi. Per chiarirmi le idee ho cominciato a fare dei collages a mio uso e consumo, con diversi tipi di carte che avevo a casa. Poi ho pensato di ‘andare alle origini’ in un certo senso e ho preso in mano il lavoro di Munari su Favole al telefono. La semplicità di quel set di tre colori, e quella immediatezza così espressiva meritavano di essere riconsiderate.

Pian piano ha preso vita sul tavolo questa proposta di illustrazione fondata su tre colori, nero, giallo, rosso, e la tecnica del collage declinato nella purezza delle forme che caratterizzano lo stile di Schiavon. Con dettagli a caratteri orientali che sono quelli dei materiali che aveva a disposizione in casa e che, a ben guardare, gli sono sembrati perfetti per l’universalità della poetica rodariana: Tutti gli usi della parola a tutti.

 

Allora non resta che attendere che, come il mitico Sergent Pepper’s, anche questa edizione illustrata diventi un grande successo.

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